Una ricetta che più classica non si può.
Ogni famiglia la fa a suo modo e nessuno è sbagliato. Ma è un piatto che, per me, sa di famiglia, sa di ricordi, sa delle nonne che per anni hanno cucinato pentole e pentole di legumi e spesso sono arrivate sulla mia tavola come un saluto, come un “ti penso” e “ti voglio bene” attraverso i miei genitori anche quando, per la vita da cui spesso ci facciamo trasportare, non le vedevo.
Per cui la mia versione di fagiolata è quella che, a ricordo, si avvicina di più a quelle che mi davano le mie nonne.
COSA CI VUOLE:
INGREDIENTI:
- Fagioli (a me piace fare un misto di borlotti e, in misura minore, cannellini -poi vi spiego il perchè-)
- Aglio (indispensabile :P)
- Cipolla
- Due cucchiai di passata di pomodoro o un cucchiaio di concentrato
- Olio EVO
- Una foglia di alloro
COME SI FA:
Questa ricetta nasce da un errore. Ovvero dall’avere scordato di lasciare a bagno i fagioli il tempo necessario;)
Data la dichiarazione di menu serale già sferrata (ed il Motore è un fagiolista convinto, difficile distrarlo se si è dichiarata una fagiolata memorabile!) lo ho fatto ugualemente.
Peccato che, nonostante il trucchetto del bicarbonato sempre insegnato dalle nonne, nell’ora giusta non fosse pronta (e nemmeno nell’ora sbagliata).
Per cui spenta la pentola e fatta una cena improvvisata alternativa, lascio tutto lì. Il giorno dopo rimetto tutto sul fuoco (ma nel frattempo i fagioli sono rimasti con tutti gli aromi anche 24 ore…) e questa volta arrivo a cottura.
Doppia cottura e doppio buona!
In realtà, pensando alla robollita toscana, il cui segreto di bontà è dovuto anche al fatto di venire continuamente RI-bollita per giorni, mi rendo conto del fatto che non si tratti del terzo segreto di Fatima.
Però è stato bello scoprirlo e da quell’errore ne è nata una ricetta che continuo a fare nello stesso modo. (E’ anche un po’ filosofico questo fatto che da un errore a volte nasce qualcosa di migliore…no?